Raduni di scafi d’epoca: consigli ai naviganti!

Di Pietro Bedoni

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Il “Raduno”, dedicato ad ogni tipo di veicolo, automobili, motociclette, imbarcazioni o aeroplani, porta insito nel nome stesso il concetto di raggruppamento di mezzi ma anche di aggregazione fra appassionati di quel settore.

Si crea quindi un’atmosfera di palpabile entusiasmo dei partecipanti che, orgogliosi di mostrare e condurre i loro mezzi, si trovano in un condivisibile stato d’euforia, magari non palesemente manifesto, ma sicuramente presente.

Questo porta inevitabilmente a considerare sotto un’ottica diversa le consuete norme con cui ci si comporta sulle strade, sull’acqua e perché no, anche in aria. Quasi che il fatto stesso di essere in gruppo, rappresenti una sorta d’immunità nei confronti dei pericoli e delle normali abitudini di prudenza.

Chi di noi non ha mai pensato, durante un raduno, che non vi sia da parte dei tutori della legge, un occhio di riguardo per appassionati che magari superano i limiti di velocità o compiono manovre che le normali norme di prudente navigazione considera un po’ azzardate?

Dopo questa premessa di ordine generale, limitiamoci ai Raduni di scafi d’epoca.

Prendiamo in esame imbarcazioni a motore di stazza medio-piccola, in quanto le grandi barche durante le prove d’altura, navigano in situazioni di mare aperto e quindi di grandi spazi, pur non essendo al riparo da possibili incidenti.

Tralasciamo anche le barche a vela perché i possibili danni alle imbarcazioni o all’equipaggio, sono comunque ridotti dalle velocità in genere più ridotte e per l’assenza del sistema di propulsione ad elica, sicuramente fonte di pericolo importante.

Gli ambienti dove si svolgono i raduni per motoscafi storici sono solitamente i laghi, talvolta il mare ed i fiumi e, raramente, canali o ambienti particolari come quello lagunare.

In queste situazioni gli scafi, spesso numerosi e di varie tipologie e quindi con caratteristiche diverse per stazza e velocità raggiungibili, si trovano raggruppati e navigano insieme. Generalmente, quando si organizza un raduno, si pongono limiti minimi di velocità per le barche partecipanti, per fare in modo che le imbarcazioni possano mantenere una media prefissata.

Questo però è dettato soprattutto da motivi d’ordine pratico, per far sì che i trasferimenti avvengano in gruppo e non ci si debba attardare per attendere barche più lente.

Ciò non significa che si trovino riunite barche con le stesse caratteristiche: non si possono paragonare tra loro, per comportamento di navigazione, manovrabilità e soprattutto moto ondoso generato dallo scafo stesso, un grosso runabout di oltre nove metri, con un piccolo fuoribordo motorizzato con un anziano venti hp.!

Pertanto questa disparità di prestazioni e dimensioni va tenuta in debito conto durante le manifestazioni a partire dal momento in cui si ormeggiano le barche, che presentano bordi liberi molto diversi; dunque è bene munirsi di cime di congrua misura e di adeguati parabordi per salvaguardare le fiancate delle imbarcazioni.

Quando si lasciano gli ormeggi si verifica un’alta concentrazione di barche in spazi ristretti e quindi ci si deve muovere con particolare attenzione effettuando le manovre a lento moto.
Durante la navigazione in gruppo si verificano alcune condizioni nelle quali normalmente non ci si trova; la vicinanza con gli altri scafi, il moto ondoso presente sull’acqua o generato da molte barche
che navigano insieme e il comportamento delle carene degli scafi, sono gli elementi che vanno presi in esame.

Mai ci sogneremmo di navigare durante una normale crociera su un lago a distanze così ravvicinate con altre barche che percorrono la nostra stessa rotta o che c’incrociano; durante i raduni, le imbarcazioni si trovano molto più vicine; vuoi per rispettare lo “spirito di gruppo”, per esigenze fotografiche o per la ristrettezza di alcune vie d’acqua, come ad esempio un canale.

Prescindendo dalle capacità e dall’esperienza degli armatori, che in genere sono buone, si creano così possibilità di contatto o, secondo la velocità, di collisione con altri scafi; è importante navigare lontani uno dall’altro, sia in senso laterale, ma soprattutto longitudinale.

Inoltre, l’entusiasmo conseguente al piacere di navigare insieme, o le richieste da parte degli operatori cine fotografici che cercano di realizzare immagini spettacolari, possono portare a sottovalutare situazioni potenzialmente pericolose.

Ciò non significa che si debba rinunciare a qualche entusiasmante“galoppata” sull’acqua!

Il moto ondoso è un altro elemento da considerare.

Talvolta per non rinunciare ad una tappa del raduno, specialmente se questo si svolge al mare, si naviga anche in condizioni che normalmente lo sconsiglierebbero.

Dobbiamo tener presente che si naviga su scafi d’epoca che, seppure quasi sempre ben tenuti e restaurati, presentano dei punti deboli che possono essere soggetti a rotture, con gravi conseguenze. Le carene delle barche storiche non possono certo garantire una sicurezza e un confort pari a quelle di oggi, realizzate con diversi criteri; quindi, un impatto su un onda presa con eccessiva confidenza può causare a chi si trova a bordo danni fisici anche rilevanti.

In presenza di moto ondoso generato da molte barche in navigazione simultanea e quindi molto disordinata, si possono verificare improvvisi e pericolosi cambiamenti di rotta.
Stiamo parlando di barche costruite anche più di sessant’anni fa, con carene anche ben studiate ma in rapporto ai criteri dell’epoca; questi scafi spesso hanno la tendenza, specie in presenza di onde profonde, a “scrivere” sull’acqua, come si dice in gergo, cioè a mantenere o a mutare simultaneamente la direzione, nonostante un rapido comando del timone.

In questi casi, per un improvviso “scarto” della barca, è possibile che un membro dell’equipaggio, magari seduto in posizione poco sicura, possa essere sbalzato fuori bordo con conseguenze che talvolta vanno oltre ad un semplice bagno! Spesso ci si trova a navigare in luoghi molto suggestivi, con paesaggi che catturano la nostra attenzione; ecco un altro elemento che può portare ad un attimo di distrazione che ritarda una manovra di correzione di rotta.

Un’ultima considerazione riguarda i raduni per barche storiche sportive o da corsa.

In queste occasioni, oltre al piacere di navigare insieme, si aggiunge una buona dose di spirito agonistico; in questi casi è vero che il livello di attenzione dei piloti e le loro capacità sono sicuramente più elevate, ma è altrettanto certo che laddove le velocità aumentano e si prendono maggiori rischi, le possibilità di incidenti sono più alte. Quanto detto non vuole certamente rappresentare un deterrente nei confronti dei raduni di barche storiche, che vanno sempre incoraggiati, per consentire agli scafi di navigare insieme ed incentivare i loro possessori a restaurare e ben mantenere le proprie barche; queste osservazioni hanno la sola funzione di far riflettere gli armatori di queste imbarcazioni sul comportamento da tenere, considerando che talvolta, sottovalutando alcune situazioni, si corre il rischio di trasformare una piacevole gita in una giornata funesta.

Mi piace concludere con un concetto che riassume tutte le considerazioni fatte e che mi è stato proposto da un amico, collezionista di scafi storici:durante i raduni è necessario tenere una “cauta navigazione”!