Il restauro secondo l'Asdec

di Massimo Gozzi

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Il restauro di barche d’epoca deve contenere una premessa: che il restauro venga eseguito scrupolosamente a beneficio del godimento del suo appassionato proprietario e non solo per poterla rivendere a fini speculativi; in sostanza l’operazione di restauro deve essere un atto d’amore, ossia una operazione filologica (diremmo anzi “culturale”) e non una operazione per la quale è necessaria solo una semplice “rinfrescatura”. L’operazione a breve termine potrebbe essere anche economicamente non conveniente, in quanto il costo del restauro talvolta è superiore al valore commerciale della barca finita, anche se il fatto che il numero degli esemplari prodotti e ancora esistenti sia limitato comporterà prima o poi, quando la domanda supererà l’offerta, un incremento del valore economico della barca anche sensibile.

Pertanto, nel momento in cui viene effettuata, l’operazione è solo opera di appassionati senza più o meno recondite finalità commerciali.

L’ASDEC, nell’ambito dell’attività di associazione che promuove la valorizzazione delle barche d’epoca, ha introdotto il riconoscimento di “Restauratore Raccomandato ASDEC”, destinata a quei cantieri che possano garantire comprovate qualifiche. Infatti i cantieri prescelti devono presentare l’elenco dei restauri effettuati negli ultimi anni, contenente l’indirizzo degli armatori, e corredato (se possibile) da documentazione fotografica relativa ai restauri effettuati. Ma non basta, occorre una autorizzazione affinchè ASDEC possa contattare gli armatori indicati nell’elenco sopra citato. La procedura di qualificazione del cantiere prevede anche una descrizione corredata da cenni storici del cantiere stesso, nonché l’impegno a seguire tecniche di restauro il più possibile rispettose dell’originalità dell’imbarcazione ed in generale delle regole dell’arte e dei criteri di certificazione ASDEC.